La storia di Leonardo

Volevo un altro bambino, volevo un fratellino per mio figlio Lorenzo. Dopo ben tre gravidanze andate male per vari motivi (una extrauterina, un aborto terapeutico al quarto mese per malformazioni incompatibili con la vita, un aborto ritenuto con feto affetto da trisomia 22) desideravo ardentemente provarci un’altra volta. 

Mio marito non era molto convinto, perchè temeva per la mia salute, ma nel giro di poco tempo rimasi incinta. I primi mesi trascorsero abbastanza bene, a parte i soliti fastidi e tanta nausea. A settembre del 2010 feci l'amniocentesi... e cominciarono i primi guai. Dopo venti giorni mi telefonarono dal Salesi di Ancona per dirmi che nell'ultima coltura cellulare era risultata una cellula con trisomia del cromosoma 18. Panico totale! 

Pensavo già ad un figlio gravemente malato. Invece un genetista di Fano ci assicurò che nostro figlio sarebbe stato sano. Dopo qualche giorno arrivò il momento tanto atteso dell’ecografia morfologica, ero già al quinto mese. Il medico di turno che effettuava l'ecografia tacque per un'ora e dentro di me crescevano l'ansia e la paura. Alla fine parlò e disse che il cuore era spostato a destra, che c’erano macchie scure nel torace e che sarebbe stato meglio ripetere l'ecografia la settimana successiva. Figuratevi se noi potevamo aspettare una settimana! 

Così, dopo aver consultato un altro ginecologo che ci ripeté più o meno la stessa cosa, andammo con urgenza in un centro specializzato di Pesaro. Da quella ecografia di secondo livello emergeva che nostro figlio aveva un 'ERNIA DIAFRAMMATICA. Non dimenticherò mai le parole di quella dottoressa. Diceva che alla nascita il bambino avrebbe avuto il 50% di possibilità di vivere o morire, che molte donne non se la sentono e abortiscono e che se io volevo abortire potevo fare la richiesta. 

Ma io non abortii, mi feci forza, mi informai su Internet, trovai il numero di Mario Lima, uno straordinario chirurgo pediatra che opera a Bologna. Lima illustrò a me e a mio marito tutti gli aspetti della patologia, tutte le possibilità che mio figlio avrebbe avuto ecc... e mi disse testuali parole : "Se vuole che suo figlio lo operi io bisogna che lei si faccia seguire dalla nostra équipe". Così il professor Lima stesso mi fissò un appuntamento col ginecologo Gianluigi Pilu del S. Orsola. 

Quando andai da Pilu ero già al sesto mese. Guardando tutta la documentazione Pilu metteva in relazione l'esito dell'amniocentesi con la malformazione al diaframma e sosteneva che poteva esserci un legame, pertanto io e mio marito  sprofondammo nella più cupa angoscia pensando che quel bimbo che avevo in pancia fosse infelice e disabile..."Vedi che era meglio se abortivi?" mi disse Manuel (mio marito) in un momento in cui stavamo aspettando di essere chiamati per l'ecografia. 

Ma io gli risposi: "Ormai non si può più... ci teniamo quello che viene" Quando fummo chiamati per l'ecografia eravamo talmente affranti che sarebbe stato difficile risollevarci. Ad un certo punto il professor Pilu esclamò: " il DIAFRAMMA c’è!! Qui non si tratta di ernia diaframmatica ma di malformazione adenomatoide cistica del polmone sinistro". Io : "Che???? Meglio o peggio?" "Decisamente meglio" Pilu ci spiegò nel dettaglio tutti gli aspetti di questa nuova patologia: i bambini spesso nascono asintomatici e vengono operati in seguito; l'intervento consiste nell'asportare la parte malata del polmone. 

Durante il viaggio di ritorno sia io che Manuel eravamo increduli e confusi. Ringraziai Padre Pio che avevo tanto pregato. Da quel giorno tutto procedette per il meglio. Ad ogni controllo le cisti nel polmone risultavano rimpicciolite e ridotte di numero, il bambino scalciava e cresceva bene. Speravamo che rientrasse tra quei rari casi che non richiedono l'intervento, ma così non fu. 

Il 18 febbraio Leonardo nacque con parto naturale indotto. Il bambino fu trasferito subito in un altro reparto ed io non lo potevo vedere ...Non vedevo l'ora di essere dimessa per potermi occupare interamente di lui. Dopo quattro giorni gli fecero la TAC che evidenziò una lesione del polmone molto estesa con cisti molto grandi e pericolose che potevano scoppiare. 

Era una CCAM di tipo 2. Lima non ci voleva mandare a casa per paura che le cisti scoppiassero creando uno pneumotorace. Così per un mese restammo in attesa di una sua decisione. Io facevo la spola tra l'ospedale e l'alloggio che mi ero trovata in una casa di accoglienza. Manuel tornò a casa da Lorenzo e tornò al lavoro. Venivano a trovarmi la domenica. Il 16 marzo Lima operò Leonardo. Il giorno prima disse: "Domani in sala". Ricordo la telefonata a Manuel, lui che si mise in viaggio alle 5 di mattina e arrivò giusto in tempo per accompagnare Leonardo in sala operatoria. 

Momenti di ansiosa attesa, io che ogni tre ore andavo a tirarmi il latte e ci andai anche quel giorno e proprio nel momento in cui uscì il chirurgo e disse "Abbiamo finito". Poco dopo vidi mio figlio pieno di tubi in rianimazione, l'intervento era riuscito bene, bisognava aspettare e avere tanta pazienza. Quell'esserino indifeso, pieno di tubi, così dolce e innocente,inconsapevole di tutto! E tanto bisognoso d'amore! 

Era sedato e aveva gli occhi chiusi. Il secondo giorno invece lo trovammo con gli occhi aperti, pieni di sofferenza e con le braccine che si agitavano e sembrava chiedessero aiuto. E la telefonata che ci disse che c'era stato un peggioramento durante la notte. Panico e dolore! Ma è stato tutto superato...dal quarto giorno in poi hanno iniziato a togliere gli analgesici, i drenaggi e per ultimo hanno tolto anche il sondino naso- gastrico... 

Leo era tornato in reparto di chirurgia pediatrica neonatale e si preparava a tornare a casa! Con mia grande gioia ho potuto riprenderlo in braccio senza tubi e riattaccarlo al seno. Ricordo le parole di Lima: “Signora,le faccio lo scherzo del primo aprile: la mando a casa”. E’ stato un continuo susseguirsi di emozioni: portare quella carrozzina azzurra in reparto, far indossare al piccolo quella tutina rossa preparata per l’occasione, rientrare nella mia casa dopo un mese e mezzo di lontananza e riabbracciare Lorenzo che mi era tanto mancato….Il 5 giugno Leonardo è stato battezzato.

Il secondo nome? Indovinate un po’… “MARIO” naturalmente, in ricordo del chirurgo che lo ha salvato. Oggi Leonardo ha quasi 2 anni, è bellissimo, dolcissimo, solare, ride sempre, un vero birbante che non sta mai fermo!!! Fa esattamente tutto quello che fanno gli altri bambini, anche se vive con mezzo polmone in meno!!! Non ringrazierò mai abbastanza Lima e tutta la sua équipe! Sono stata fortunata perchè al S.Orsola ho conosciuto tante mamme come me ed ho ascoltato tante storie… Purtroppo alcuni bambini non ce l'hanno fatta. Sono tutti angioletti che ci proteggono dal cielo!